Fabio Amadei • Docente di cultura gastronomica presso Alma - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana
“In cucina tutto cambia ed è la tavola il luogo delle trasformazioni. Mangiando insieme capiamo meglio come gira il mondo.”
“La storia siamo noi” è parte del ritornello di una delle canzoni italiane che preferisco. Spesso la faccio ascoltare agli studenti nella prima lezione del corso di Storia e Cultura dell’Alimentazione. Certo, il mio punto di vista può essere di parte. Però anche in quelle note trovo qualche spunto del tutto attuale per poter condividere con futuri cuochi, personale di sala, pasticceri e panificatori il senso profondo del guardare la tavola con maggiore consapevolezza.
La storia viene scritta ogni giorno e ci vede interpreti di una narrazione che interessa anche il modo in cui mangiamo.
Le ricette di ogni tempo raccontano chi siamo, da dove veniamo, dove potenzialmente stiamo andando. Ed è così che se provassimo per un attimo ad immaginarci storici del futuro impegnati nella lettura della nostra contemporaneità, potremmo vederci all’opera nel sottolineare con l’evidenziatore parole quali “Sostenibile, benessere, sano, green, ecologico, anti-spreco” che compaiono spesso tra ricette, articoli di giornale, campagne social, trame di serie tv e altre fonti a disposizione dello storico del prossimo Millennio. Termini questi che raccontano evidentemente, attraverso la tavola, una trasformazione della società: un cambiamento che può farci un po’ paura.
Siamo veramente pronti a rivedere le nostre abitudini alimentari?
Siamo disposti, nel nome del benessere del Pianeta, a rimettere in discussione il nostro modo di mangiare?
Un aiuto può esserci offerto proprio dalle pagine della storia dell’alimentazione. In un confronto ad ampio raggio tra ricette e ricettari si rintraccia una vera grande costante: il cambiamento. Potremmo, ad esempio, immaginare la cucina italiana di oggi senza pomodoro? Eppure, è arrivato ad arricchire le nostre preparazioni solo pochi secoli fa. La cucina vive costantemente di aggiustamenti, rivoluzioni, nostalgie, restauri, contaminazioni, avanguardie, crisi, salti in avanti, passi indietro. Anche per questo la tavola è una cartina tornasole molto interessante da analizzare per comprendere più da vicino le dinamiche della società.
Ciò che scegliamo di mangiare è un libro aperto capace di esprimere con chiarezza il nostro modo di vivere e di pensare. Ed è così che chiedersi quale sia la provenienza del proprio cibo, rispettare quanto più possibile la stagionalità, interrogarsi sulle modalità di produzione di un alimento diventano strategie di cambiamento consapevole da poter applicare mentre prepariamo la cena.
La tavola è uno strumento davvero potente e immediato tramite cui poter raccontare la nostra contemporaneità. Ha bisogno di uno spazio quotidiano, di un tempo adeguato, di una cura non frettolosa.
Torniamo a sederci a tavola. È la tavola il luogo in cui educare al cambiamento: spazio della relazione, dello scambio, della condivisione, da sempre aperta a forme inaspettate di transizione.