Benessere della comunità

The People In Between

La mostra fotografica che invita a riflettere sulle grandi tematiche del coraggio e della speranza.

L'impegno e i valori alla base del percorso di sostenibilità di Parmacotto Group raccontano un mondo iconografico drammaticamente attuale.

Obiettivi del progetto

Fornire un'educazione di qualità, equa e inclusiva, come opportunità di apprendimento per tutti

Crediamo che un'istruzione di qualità sia la base per migliorare il benessere delle persone e raggiungere risultati di apprendimento adeguati e concreti. Vogliamo contribuire a garantire equità nell'educazione attraverso progetti di inserimento sociale ed educativo, eliminando le disparità e garantendo possibilità di accesso a tutti i livelli di istruzione e formazione.

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Vogliamo contribuire a potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale, artistico e sociale delle comunità in cui operiamo, consci del fatto che le sfide possono essere vinte migliorando l'inclusione e riducendo la povertà e le disparità sociali. Il futuro che immaginiamo vede comunità accoglienti, aperte e inclusive, che offrono opportunità per tutti.

Coraggio. Umanità. Futuro. Si chiama “The People In Between - Il coraggio di essere buoni” la mostra fotografica di Marco Gualazzini voluta da Parmacotto Group e realizzata presso gli spazi della chiesa cinquecentesca di San Marcellino a Parma. 

Un percorso iconografico che vuole invitare alla riflessione. Perché di fronte alla fame, alle disuguaglianze, alla povertà, tutti siamo chiamati a esprimere la parte più umana di noi, a non cedere all’indifferenza. Tutti siamo catapultati “nel mezzo”.

Il coraggio di essere buoni

L’epoca “liquida” che stiamo vivendo chiama a gran voce la necessità di esercitare il coraggio nelle piccole o grandi scelte di ogni giorno, in ambito professionale così come nella vita di ogni giorno.

Il coraggio di essere buoni - sigla che fa da sottotitolo alla mostra - vuole significare proprio questo: un contenitore di storie in cui dare voce all’umanità, intesa come insieme dei valori più profondi che ci contraddistinguono come Parmacotto Group. 

Il coraggio è il filo sottile che ci lega gli uni agli altri.  A partire dal nostro quotidiano per arrivare oltre: all’importanza delle nostre azioni quotidiane in funzione di un obiettivo più alto. Perché un mondo diverso è possibile, se ci impegnamo con coraggio - la cifra stilistica e la ragion d’essere del nostro modo di fare impresa - e bontà - quella dei nostri prodotti e delle nostre azioni.

Un impegno oltre ogni confine

Promuovere i valori universali della trasparenza, dell’impegno e del sostegno ai soggetti più deboli. Difendere la salute e il benessere di tutti, a tutte le età, in particolare quelli dei bambini e degli adolescenti. Questi sono gli obiettivi del Gruppo a favore di chi si trova in situazioni di fragilità, in ogni parte del mondo.

La mostra si compone di 30 immagini lontane ma quanto mai vicine che ci chiamano a non perdere la speranza: di fronte all'insorgere di nuovi e vecchi bisogni, alla povertà, alla disuguaglianza, non possiamo sottrarci.  Le violazioni dei diritti umani, i sogni dei bambini intrappolati in conflitti civili riguardano tutti noi. Perché garantire al maggior numero di persone possibile un livello di vita adeguato, mettendo al centro i diritti delle persone più fragili, è un obiettivo raggiungibile.

Con questo progetto, Parmacotto Group vuole contribuire alle grandi sfide dedicate al benessere delle persone, con particolare riguardo alle nuove generazioni. Vuole farlo orientando il proprio impegno in iniziative concrete, favorendo progetti dedicati alla cultura, all’inclusione sociale e al sostegno nei confronti di chi versa in situazioni di difficoltà.

“L’autore sa ritrarre la vita in tutte le sue sfumature sentendo nel profondo la responsabilità di quanto intende raccontare, senza soffermarsi sulla superficie delle cose ma usando con coraggio lo strumento dell’empatia, portandoci a contatto con un’umanità lontana ma quanto mai vicina.” - Afferma Roberto Mutti, critico, docente di fotografia e curatore della mostra.

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